Doom Patrol

Luce Cine Club

Bentornati al Luce Cine Club!!!

L’appuntamento dove cerchiamo di regalarvi suggestioni e curiosità sul magico mondo di celluloide con il sorriso sulle labbra.

Smaltito il panettone superfarcito da 8 kg? State sopravvivendo a questo periodo natalizio stile Cast Away? Speriamo di si, certamente è tutto così bizzarro, insolito e …strano.

Ecco strano!!!!Questa è la parola giusta che meglio definisce la proposta di questo mese. Io amo lo strano, tutto quello che esce dai soliti canoni triti e ritriti e cerca, con esiti più o meno riusciti, di offrirci punti vista diversi, surreali e non tradizionali e che non teme di rischiare cercando di darsi un’identità unica e difficilmente etichettabile. E quindi per la serie famolo strano oggi vi presento: Doom Patrol.

Doom Patrol è una serie statunitense, giunta alla seconda stagione, fruibile su Amazon Prime Video e che si ispira all’omonimo fumetto della Dc nato agli inizi degli anni sessanta. In particolare attinge a piene mani dal ciclo di storie scritto a partire dal 1989 da Grant Morrison, senza dubbio uno dei più creativi ed originali comics writers degli ultimi decenni (andate a rileggervi il suo ispiratissimo ciclo degli X-men….una vera bomba!!) che prese questa testata minore e di nicchia per trasformala in un vero e proprio caso editoriale.

Se dovessimo dare un genere a Doom Patrol sarebbe senz’altro quello supereroistico, ma non aspettatevi eroi senza paura pronti ad immolarsi per l’umanità tipo Marvel o quelli corrotti ed amorali della serie The Boys. Gli eroi di Doom Patrol sono strani (ecco!!), presi di peso dai circhi freak dei primi del ‘900, mine vaganti ai margini, cani sciolti, supereroi solo perché dispongono di poteri, ma totalmente inadeguati, persi nelle loro manie; nel passato tragico e nella meschina mediocrità umana, più proiettati a riuscire a conquistare una parvenza di vita che a sculacciare i cattivoni di turno.

Se già logicamente il genere supereroi è per sua stessa natura irreale, fantastico e soprannaturale nel caso di Doom Patrol la sospensione dell’incredulità deve fare gli straordinari. Strade senzienti, realtà alternative contenute dentro lo stomaco di un asino, topi vendicativi, culturisti che alterano la realtà con le pose da bodybuilding, cacciatori di fantasmi assatanati di sesso, scarafaggi giganti e cacciatori di barbe saranno solo alcune delle bislacche e lisergiche bizzarrie che attraverseranno la vicenda di questi antieroi.

I Doom Patrol sono quattro, con l’aggiunta frequente di Cyborg dei Titans, e vivono nella fastosa villa, la Doom Manor del loro leader Niles Coulder, dottore, mentore, santone ed avventuriero che nel corso degli anni li ha riuniti per tentare di curarli ed insegnare loro a gestire i poteri (nel ruolo un credibile Timothy Dalton già 007). Possiamo trovare numerosi parallelismi con lo Xavier degli X-men, nati praticamente in contemporanea, ma Coulder, o meglio Chief, più che addestrare eroi per una causa passa il tempo ad accudire questi formidabili adulti bambini alle prese con le loro fobie e manie per poi essere lui stesso un personaggio problematico, tutt’altro che trasparente, integerrimo e d’esempio per i suoi uomini.

La vicenda ha inizio quando Coulder viene improvvisamente rapito dalla sua nemesi il dottor Nobody costringendo i nostri bizzarri eroi ad uscire dalla loro gabbia dorata e sicura e, superando le rispettive paure, nel tentare l’improbabile impresa di ritrovare l’unica persona, che tra alti e bassi, riesce a dare loro una parvenza di vita e che gli ha resi una famiglia. Impresa che scatenerà una serie di deliranti, catastrofiche ed esilaranti conseguenze.

Nelle fila di Doom Patrol abbiamo lo sboccatissimo e burbero Cliff, Robotman nome di battaglia, (interpretato nei frequenti flashback da un redivivo Brendan Fraser, star di film per famiglie dei primi anni duemila) pilota Nascar, il cui cervello è stato salvato ed inserito in un grezzo corpo robotico dopo che un’incidente di corsa ha distrutto il suo. Abbiamo poi Larry Trainor (L’uomo Negativo) un ex pilota di aerei militari, in passato incastrato in un matrimonio di facciata essendo egli omosessuale, che ospita dentro di sé un essere alieno fatto di pura energia negativa, conseguenza di un fallimentare volo sperimentale e costretto a ricoprirsi di bende speciali tutto il corpo per via delle mortali radiazioni che emana.

Altro membro veramente borderline è come dice il nome stesso Crazy Jane (il ruolo è interpretato da una notevole Diane Guerrero) che vanta ben 64 personalità diverse, ciascuna con poteri diversi, sempre in lotta tra loro per prendere il sopravvento e le cui vicende si svolgono in un luogo della sua psiche chiamato l’Underground. E a chiudere questa rassegna di super casi umani abbiamo Rita Farr (Elasti-girl), capricciosa e volubile ex star del cinema anni 50, che in seguito ad un’incidente sul set, si trova suo malgrado a dover gestire, perlopiù fallendo, la sua pelle che la porta a sembrare in casi estremi un vero proprio blob umano.

La serie non è esente da difetti e non si può considerare un capolavoro e adatta a tutti i palati ma è senza smentite originale e coraggiosa, affronta tematiche scomode (in primis la pazzia) che spesso non sono presenti in altre serie e mixa, spesso con successo, atmosfere dark con situazioni esilaranti e demenziali. I personaggi sono, soprattutto per merito di un sapiente utilizzo di flashback, ben definiti e sviscerati e personalmente si fa fatica a non affezionarsene durante lo scorrere delle varie vicende. Insomma, i poteri non sono quello che fa di queste persone dei soggetti speciali, ma sono solo un plus, molto più sconvolgenti ed interessanti sono le anime torturate, così fragili e fallibili, che si celano dietro alla facciata di superesseri. Essi sono letteralmente allontanati dalla società, incapaci di farne parte e in balia di devastanti sensi di colpa e demoni interiori al punto di essere diventati loro stessi dei metaforici mostri alla straziante ricerca dell’accettazione di sé e di un ruolo attivo nel mondo.

Da segnalare sicuramente il cattivo della storia, Mr Nobody, potentissimo essere soprannaturale, frutto di un esperimento nazista, capace di viaggiare nelle dimensioni e manipolare la realtà e investito del ruolo di sarcastico narratore della serie e consapevole, sfondando la quarta parete, di essere all’interno di una serie televisiva.

Discorso a parte per gli effetti speciali che risultano pacchiani, decisamente vintage e da film di serie b, forse scelta voluta intenzionalmente per rafforzare il senso di straniamento surreale che pervade la storia e che sembra ribadire che l’attenzione va data all’uomo e non alla sua parte super.

Insomma, per concludere, se siete alla ricerca di una serie “strana”, di un prodotto che vi possa stupire con il rischio, perché no, di farvi storcere il naso o farvi innamorare allo stesso tempo Doom Patrol potrebbe essere quello che stavate cercando.

Scorrono i titolo di coda. La visione è finita. Ma non la sua magia.

Buone feste!!

Il Corry

Curiosità:

-Doom Patrol nasce come spin-off di Titans. Infatti, nel quarto episodio della serie del team di Robin e soci partecipa il cast di Doom Patrol. Il ruolo del leader Chief però è interpretato da un altro attore. Timothy Dalton è entrato successivamente nel progetto definitivo.

-Causa Covid la seconda serie, seppur mancante dell’episodio finale, è uscita comunque confermando l’atipicità della serie, che intanto è già stata confermata per una nuova stagione.