L’esercito delle 12 scimmie

Luce Cine Club

Eccoci qua!!…puntuali come un’orologio svizzero, il Luce Cine Club riapre i battenti ed è pronto ad offririvi la sua proposta de mese.

Quando viene il momento di scegliere l’opera di cui parlare nel nostro spazio, cerco sempre di optare per qualcosa che sia d’attualità ed attinente alla realtà del momento. Questa volta (ahimeeeeee!!!!) inesorabilmente, visto il lungo momento critico che stiamo attraversando, ho voluto scegliere un film che, in qualche modo, parlasse di pandemie e virus, sperando così  di esorcizzare un po’ questa fase così difficile.

L’esercito delle dodici scimmie, il film di cui vi voglio parlare oggi. E’ una pellicola del 1995 diretta da Terry Gillian.

Gillian è senz’ombra di dubbio un regista che ha fatto dell’eclettismo figurativo, del surreale, del bizzarro e del postmoderno la cifra peculiare del suo stile registico. Ha diretto film personalissimi (Paura e delirio a Las Vegas, La leggenda del re pescatore, Le avventure del barone di Munchausen e soprattutto il suo capolavoro Brazil) che hanno saputo coniugare ottimi riscontri al botteghino ed un’impronta decisamente autoriale.

Questa visione così atipica del suo cinema è probabilmente anche dovuta al fatto di essere stato in primis animatore di cartoon ed avere militato, unico membro americano, del mitico gruppo comico britannico dei Monty Pyton, capace di regalare serie e pellicole considerati dei veri cult (Monty Python-Il senso della vita, Brian di Nazareth) e di influenzare profondamente il cinema comico a venire.

L’esercito delle dodici scimmie, opera di fantascienza distopica, è ambientato nel 2035, un futuro cupo e deprimente dominato dalla tecnologia dove, a causa di un virus pandemico scatenatosi nel 1996, il novantanove per cento della popolazione mondiale e’ stato sterminato e i superstiti, per sfuggire al letale contagio si sono visti costretti a vivere rintanati nel sottosuolo.

In questi angusti sotteranei, i leader della comunità cercano un antidoto al virus e tramite l’utilizzo di “volontari” mandati in superfice, di indagare sulla natura della malattia stessa e sull’individuazione dei responsabili di tale catastrofe. Questa missione è possibile anche grazie alla facoltà di poter inviare persone nel passato, che possano far luce sulla vicenda, ma non potendola modificare, e magari di restituire all’uomo la riconquista del mondo esterno. Le prove a disposizione nel futuro indicano come responsabile della diffusione del virus il misterioso gruppo ecologista chiamato “L’esercito delle dodici scimmie”.

La scelta per un ritorno nel passato in cambio della grazia, ricade sul detenuto James Cole, interpretato da Bruce Willis, che viene però spedito erroneamente nel 1990 anziché nel 1996.

Fermato dalle forze dell’ordine e scambiato per pazzo, Cole viene internato in un manicomio dove incontra la psichiatra Katryn Railly (Madeleine Stowe) e Jeffrey Goines un’animalista folle (Brad Pitt).

Recuperato nuovamente nel presente Cole viene rispedito finalmente, dopo una capatina nel mezzo della Prima Guerra Mondiale, nel 1996.

I continui andirivieni nel tempo e un’incubo ricorrente di un’assassinio che lo tormenta sin dall’infanzia, spingono Cole a dubitare della sua missione e a convincerlo di essere diventato pazzo. Fortunatamente la psichiatra Railly, che lo aveva in cura nel 1990, riesce a comprendere che Cole dice la verità e decide di aiutarlo nel suo disperato compito.

Collaborando insieme, i due riusciranno ad individuare lo scienziato che ha creato il virus e a trovare “L’Esercito delle dodici scimmie”, capeggiato dal folle Goines, che Cole aveva precedentemente conosciuto in manicomio.

Ma quando si sta avvicinando il momento cruciale della vicenda, le cose non saranno come erano state immaginate.

Siamo di fronte ad un’ottima pellicola nella quale Gillian riesce a gestire bene una trama non semplice, ricca di incastri e rimandi temporali, grazie ad una sceneggiatura solida e credibile (scritta da Gillian stesso insieme allo sceneggiatore di Blade Runner). Il regista ci offre un noir cupo, deprimente e visionario accompagnato da notevoli effetti speciali che si sposano perfettamente con i postmoderni slanci registici tipici di questo cineasta.

Ottimo il cast in cui primeggiano, in un vero e proprio duello di bravura, un tormentato e speduto Bruce Willis e uno schizzatissimo Brad Pitt.

Personalmente ho trovato molto interessanti le riflessioni legate alla pazzia e le scene nell’inquietante inferno del manicomio e il senso di claustrofobico disarmo provato da un antieroe che deve salvare il mondo, ma che non creduto da nessuno, giunge al punto di credersi folle lui stesso.

Scorrono i titoli di coda. Il film è finito. Ma non la sua magia.

Buone cose.

Il Corry.

Curiosità:

  • Il film si ispira dichiaratamente al cortometraggio francese La Jetéé (1962) di Chris Marker, opera ancora oggi considerata rivoluzionaria nel panorama del cinema di genere sci-fi.
  • Bruce Willis e Brad Pitt non furono le prime scelte di Gillian che aveva infatti indicato per i ruoli di protagonisti Nick Nolte e Jeff Bridges. Ma la casa produttrice  Universal era di parere contrario.
  • L’Esercito delle 12 scimmie ottenne due candidature ai premi Oscar: per i migliori costumi e miglior attore non protagonista a Brad Pitt,che si consolò della mancata vittoria portandosi comunque a casa il Golden Globe.